La Provenza tra i campi di lavanda e le terre dell'ocra

Giugno 2019

Sognavo questi campi di lavanda da anni, vedevo foto e collezionavo idee, poi finalmente ho prenotato ed eccoci qua... inutile dire che non mi ha deluso.
Lunghi filari di lavanda a perdita d’occhio, precisi, rotondi, intervallati da piccole strisce di terra brulla e sassosa e colline viola dove ogni tanto compariva un albero isolato, insomma il paradiso dei fotografi di viaggio. Le sensazioni che mi tornano alla mente sono il profumo inebriante di lavanda, il rumore assordante delle api e il caldo. 
I campi del plateau di Valensole distano circa 5 chilometri dal villaggio, quindi vi consiglio vivamente di andare in macchina (in generale tutta la Provenza è meglio girarla in macchina), altrimenti fate come noi: chiedete un passaggio a qualche turista che sicuramente è diretto al paese, diciamo che è una tappa obbligatoria dopo la distesa immensa di campi. 

Qualche consiglio:
  • non riempitevi di troppi gadget e souvenir nell'unico negozio che troverete nel plateau, perché nella piazzetta del paese avrete altri negozi con altrettanti oggetti a base di lavanda, ma se volete il tè alla lavanda, la lavandin e l'olio di lavanda puro vi conviene prenderli nel negozio che troverete in mezzo ai campi. 
  • in paese assaggiate il gelato alla lavanda, sì lo so all'inizio ero perplessa anch'io, ma vi assicuro che è un'esperienza unica e dopo i primi due morsi lo troverete buono!
  • noi siamo partite da Manosque per arrivare al plateau di Valensole ed è molto vicino e comodo, ma meglio se avete la macchina, perché l'unico bus che porta ha pochi orari, quindi l'altra alternativa per arrivarci è un taxi. Ancora meglio se trovate qualche altro turista nel vostro hotel che è disposto a condividere la spesa del taxi con voi, noi abbiamo fatto così!



IMG_5619bjpgIMG_5614bisbjpgIMG_5608bisbjpgIMG_5597bisbjpgIMG_5635jpg1607346711820jpgP_20190629_144309jpg


La base di partenza del nostro viaggio era Aix-en-Provence, facendo poi una tappa a Manosque come vi ho accennato, purtroppo non abbiamo potuto affittare la macchina per una serie di disguidi che non starò qui a spiegarvi, ma fortunatamente Aix-en-Provence ha un efficiente ufficio del turismo che organizza ottimi tour. Dalla mattina alla sera abbiamo visto Lourmarin, Bonnieaux, Lacoste e Roussillon.
Partiamo dal più famoso:

Roussillon

Questo villaggio dalle calde tonalità delle sue rocce è uno dei più affascinanti della regione. Le case e l’ambiente di Roussillon si confondono grazie alle tante sfumature rossastre e ocra della terra estratta dalle cave vicine. Passeggiare per questo borgo dalle tante botteghe, angoli dove il tempo si è fermato, piazzette deliziose e piccoli anfratti poetici vale il viaggio.

P_20190630_160507jpgP_20190630_161920jpgP_20190630_162353jpg

Il sentiero delle Ocre
La leggenda racconta che questa terra divenne rossastra per il sangue versato con il suicidio della bella Sirmonde, sposa di Raymonde d’Avignone. La fanciulla si gettò dall’alto delle falesie per il dolore, dopo che il marito uccise il suo amante, un giovane e aitante trovatore provenzale. Ci sono 19 sfumature di ocra assunte dalla terra, che vanno dal rosa pastello fino all’arancio brillante, grazie al pigmento naturale derivante dal ferro che si ritrova nella terra. Purtroppo quando sono andata io il sentiero era chiuso quindi ho potuto scattare queste foto solo dall'alto, magari voi sarete più fortunati di me e vi potrete immergere in questo canyon tutto francese.

IMG_5631jpgIMG_5626jpg


Lacoste

Lacoste è uno dei gioielli turistici del Luberon, situato tra Bonnieux e Gordes, nel dipartimento di Vaucluse, il borgo domina il paesaggio con il suo castello. Costruito nel XI secolo, questo edificio classificato monumento storico divenne di proprietà di uno dei più famosi scrittori francesi, il famoso marchese de Sade, il quale trovò rifugio nel castello nel 1771 a seguito della sua fuga da Parigi.

Nel 2001 l'edificio in rovina divenne proprietà di Pierre Cardin che ha partecipato al restauro ed è l'organizzatore di un importante festival estivo a tema musica e teatro - il Festival de Lacoste - che si tiene nelle cave del maniero, il cui ambiente interno vantava 45 sale prima di cadere in rovina e passare di proprietà a Cardin.

Il castello offre anche una vista mozzafiato dalle terrazze, dove si può vedere la più vicina Bonnieux.


P_20190630_172950jpgP_20190630_171330jpgP_20190630_172910jpgP_20190630_171626jpgP_20190630_171944jpg1607346711793jpg1607346711804jpg


Lourmarin

E' uno dei borghi più belli di Francia e purtroppo non ho praticamente foto, probabilmente ero troppo intenta a godermi il posto, le uniche foto che mi rimangono sono quella del castello in cui ci si imbatte all'entrata del paese e una della via principale. Il castello fu donato al borgo dal suo ultimo proprietario, Robert Laurent Vibert, storico e industriale francese che lo aveva comprato per salvarlo dalla demolizione. Lo fece restaurare con l’aiuto della popolazione del paese e prima di morire lo donò all’Accademia di Arti e Scienze di Aix-en-Provence con l’obbligo di ospitare ogni estate giovani scrittori, pittori, scultori e musicisti. Il castello è diviso in due aree storiche: la parte medievale e quella rinascimentale, perfettamente conservate, con arredi, camini, quadri e viste sul borgo di Lourmarin.
Rue Henri de Savornin, il lungo viale centrale, è pieno di botteghe artigianali, atelier di artisti, caffè e ristoranti con tavolini all’aperto, case dalle belle facciate colorate. Un piccolo mondo sospeso nel tempo dove i parigini vengono a passare le loro vacanze estive.

P_20190630_145607jpgP_20190630_151302jpg


Manosque

Manosque è una bella cittadina provenzale dal centro storico raccolto ad anello con quattro porte che nel medioevo controllavano l'accesso alla città vecchia:
  • La Porte Saunerie, terminata nel 1382, di stile romanico. È la porta sud del centro antico.
  • La Porte Soubeyran, costruita nel XIV secolo, tranne il campanile che è stato aggiunto nel 1830. È la porta nord del centro antico.
  • La Porte Guilhempierre, distrutta e recentemente ricostruita. È la porta ovest del centro antico.
  • La Porte d'Aubette, distrutta e non ricostruita. È la porta est del centro antico.
. La parte vecchia della città è tappezzata di piccole piazzette con antichi portoni e palazzi dove è un piacere fermarsi a bere qualcosa o mangiare in una creperia. 

1607346711815jpgP_20190629_172945jpg


Aix-en-Provence

La parte più caratteristica, antica e affascinante della città è senza dubbio la Città Vecchia, un continuo susseguirsi di piccole piazzette raccolte, vicoletti, ristoranti e negozi. Qui ho assaggiato le loro due principali specialità: le insalatone, le fanno di tutti i tipi piene di condimento, come tonno, salmone, uova e vanno rigorosamente servite con la salsa vinaigrette fatta di sale, olio e aceto. E ovviamente le crêpes, dolci, salate, con cioccolato, limone, ma la più buona che ho preso è la crêpe flambé con mela e Grand Marnier servita infiammata durante la fase finale della cottura, per un risultato decisamente sorprendente.

IMG_5564jpgIMG_5573jpgIMG_5576jpgIMG_5582jpgIMG_5583jpg
P_20190629_081554jpgP_20190629_195822jpg1607346711825jpgP_20190630_123717jpgP_20190630_223103jpgP_20190630_223116jpg

Sulla collina di Lauves, alle porte della città, si trova il rifugio di Paul Cezanne, uno degli artisti più importanti del XIX secolo, famoso pittore in bilico fra impressionismo e post-impressionismo, anticipatore involontario del futuro cubismo. Il pittore provenzale, dopo anni di lavoro a Parigi, decise di tornare nella sua città natale per chiudersi in questo angolo di quiete e pace assoluta e dedicarsi completamente allo studio e all’arte. Il suo approccio con la rappresentazione pittorica necessitava di tempo e lentezza: per compiere gli studi sulla geometricità delle figure e analizzare i soggetti da diverse angolazioni e differenti punti di vista simultaneamente, Cezanne aveva bisogno di spazio e di tempo. Per questo motivo allestì uno studio immerso nella luce e nel silenzio, in cui potersi circondare di tutti gli oggetti che gli servivano per i suoi lavori. Entrando nel laboratorio di Cezanne il tempo sembra essersi fermato e tutto è lì come lo ha lasciato l’artista: in questa ampia e luminosa sala vedrete cavalletti e caffettiere, bottiglie e caraffe, teschi umani e cestini in vimini dove riponeva le mele, il frutto che più amava studiare e riprodurre all’infinito. 

P_20190628_170906jpgP_20190628_170814jpgP_20190628_164454jpgP_20190628_164433jpgP_20190628_164314jpgP_20190628_164259jpg